La chirurgia oncologica, insieme alla chirurgia dei trapianti è uno dei grandi campi di interesse della chirurgia generale. La cura dei tumori infatti ha rappresentato e rappresenta una delle sfide più importanti per il mondo oncologico chirurgico. Il soggiorno francese ed il continuo rapporto con i “cancerologues” d’oltralpe e soprattutto i sette anni trascorsi all’Istituto Nazionale dei Tumori Regina Elena di Roma hanno sviluppato nel Prof. Ettorre una importante competenza nella gestione e nel trattamento di specifiche patologie tumorali..
In primis i tumori del fegato rappresentano il campo di ricerca clinica e biologica più importante dell’attività del Prof. Ettorre. In particolare lo studio dei tumori primitivi come Epatocarcinomi (HCC ovvero Hepatocellular-carcinoma per il mondo anglosassone e CHC ovvero Carcinome–hepatocelular per i francesi) rappresenta uno dei campi di maggior interesse.
La gestione di questi tumori e dell’epatopatia che spesso si accompagna implicano una gestione collegiale ove il chirurgo insieme all’epatologo, all’oncologo ed all’anestesista rianimatore, il radiologo ed il radiologo interventista giocano un ruolo fondamentale. La sede dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” dove ora esercita il Prof. Ettorre con l’importante attività sulle malattie virali specie del fegato (infezioni da virus HBV, virus HCV ed HIV) contribuisce allo sviluppo delle conoscenze di dette malattie con possibili ripercussioni oncologiche.
Un altro capitolo dei tumori primitivi è rappresentato dai colangiocarcinomi ilari o periferici. I primi (ilari) conosciuti anche come tumori di Klastkin possono essere di vari tipi a seconda del tratto di via biliare da cui originano. La gestione di questi tumori implica spesso un drenaggio prechirurgico che può essere effettuato per via per cutanea o per via endoscopica. I secondi (periferici) originano dai canalicoli biliari più periferici e sono suscettibili di trattamento chirurgico nel 20% dei casi. Tale percentuale si è leggermente incrementata con l’uso della chemioterapia preoperatoria.
Poi esistono rari tumori primitivi epatici come i tumori cistici etc etc.
Il Prof. Ettorre ha considerato il trattamento dei tumori secondari epatici come un importantissimo campo di interesse. In particolare, grandi sforzi sono stati fatti per migliorare la prognosi dei malati affetti da metastasi epatiche da carcinoma colorettale.
Il continuo rapporto con gli oncologi ha prodotto risultati incoraggianti ed impensabili fino a qualche anno addietro.
La chirurgia epatica in uno o più tempi rappresenta oramai lo standard nei pazienti con ripetizioni bilobari. La chirurgia epatica sincrona alla chirurgia colorettale suscita sempre più interesse nella comunità chirurgica in considerazione degli approcci mini-invasivi delle due chirurgie. In aggiunta la tecnica chirurgica di demolizione del fegato destro nelle epatectomie maggiori (tecnica dell’hanghing maneuver messa a punto dal Prof. Belghiti) sembra assicuri ai pazienti migliori risultati sia funzionali che oncologici.
Altro campo di applicazione sono i tumori secondari epatici da tumori primitivi non colorettali in particolare:
• ripetizioni epatiche da carcinoma mammario
• ripetizioni epatiche da melanoma
• ripetizioni epatiche da tumori del tratto gastroenterico non colorettali (esofago, stomaco, duodeno, digiuno ed ileo)
• ripetizioni epatiche fa tumori neuroendocrini
• ripetizioni epatiche da neoplasie urogenitali
• ripetizioni epatiche di tumori polmonari
PRINCIPALI NEOPLASIE TRATTATE
Il cancro del colon-retto è un tumore molto frequente con una stima di 30.000 nuovi casi per anno. Circa il 60% di questi pazienti possono guarire attivando trattamenti combinati: chirurgici e oncologici. La chirurgia rappresenta comunque il trattamento principale del cancro colo rettale.
L’intervento consiste nella resezione del tratto colico interessato mentendo dei margini di resezione soddisfacenti (5 cm), e asportando un numero adeguato di linfonodi (≥ 12). Se si tratta di un cancro del retto, si può realizzare la resezione del retto preservando quando possibile lo sfintere anale e la continenza fecale. In alcuni casi, quando la resezione del retto è molto bassa, si rende necessario confezionare un’ileostomia temporanea per proteggere l’anastomosi.
La chirurgia laparoscopica rappresenta oggi la via di accesso preferibile per il trattamento di questi pazienti, presentando risultati oncologici non dissimili da quelli ottenuti dalla chirurgia classica, e garantendo un decorso postoperatorio più breve e una migliore ripresa funzionale oltre ad un innegabile vantaggio estetico evitando cicatrici cutanee.
Dopo la chirurgia, un trattamento chemioterapico può essere necessario in tutti quei pazienti che presentano infiltrazione linfonodale da parte del tumore. In assenza di compromissione linfonodale, ogni caso dovrà essere valutato singolarmente in accordo con l’oncologo.
Anche la radioterapia ha un ruolo importante. Essenzialmente utilizzata nei cancri del retto; questa, precede la chirurgia ed è spesso associata alla chemioterapia. Il suo ruolo è quello di ridurre il rischio di recidiva locale.
I tumori neuroendocrini sono relativamente rari. Hanno un’incidenza di circa 1000 nuovi casi per anno. Questi tumori possono nascere in qualsiasi parte dell’organismo.
Quelli digestivi, sono prevalentemente a carico del pancreas e dell’intestino tenue.
Presentano solitamente una velocità di crescita lenta ed il trattamento di scelta di questi tumori, anche se metastatici è la chirurgia.
La ghiandola pancreatica può essere sede di neoplasia che origina dal sistema ghiandolare esocrino che dal sistema endocrino. Gli adenocarcinomi sono i tumori più aggressivi ed impongono interventi demolitivi o conservativi con differenti tipi di ricostruzione dell’anastomosi pancreatica. Esistono poi tumori a malignità intermedia come i tumori cistici papillari (IMPN degli autori anglosassoni e TIPMP degli autori francesi).
Link I: pancreasectomia distale video
Link II: shwannoma testa pancreas
Si sviluppa a partire dalla cellule che si trovano all’interno dello stomaco (mucosa). Quando è di piccole dimensioni e ben circoscritto, il trattamento di scelta è dato dall’intervento chirurgico durante il quale verrà resecata la porzione di stomaco interessata e vengono asportati tutti i linfonodi loco regionali. Nei casi in cui il tumore si presenti in uno stato avanzato, l’intervento chirurgico può essere associato alla chemioterapia. Quest’ultima può essere utilizzata anche dopo l’intervento.
•TUMORI DEL CARDIAS •TUMORI DELL'ESOFAGO •TUMORI DEL RENE •TUMORI RETROPERITONEALI
La chirurgia oncologica ha profondamente mutato la chirurgia e la stessa oncologia. Il trattamento multidisciplinare costituisce il principio della presa in carico del paziente oncologico. Ogni paziente è valutato in staff a cui partecipano oltre al chirurgo: l’oncologo, il gastroenterologo, il radiologo, l’anestesista, il radioterapista e ogni specialista che possa supportare e migliorare il percorso del paziente.